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Il Regno di Sardegna nella « Grande Strategia » del Congresso di Vienna (1815-1831)

10 juillet 2014
Durée : 00:20:38
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La storiografia militare italiana ha sempre lasciato in secondo piano il periodo che va dal 1815 al 1831 specie per quel che riguarda il regno di Sardegna. Gli eserciti e le marine di Vittorio Emanuele I e di Carlo Felice sono state considerate sempre come qualcosa di fortemente subordinato a ciò che venne dopo, ossia all’esercito di Carlo Alberto che, seppur con gravi errori nella condotta operativa e nella sua organizzazione, nel 1848 decise di scendere in campo contro l’impero austriaco. Le critiche avanzate da Ferdinando Pinelli (F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte in continuazione di quella del Saluzzo cioè dalla Pace di Aquisgrana fino ai dì nostri, Torino 1854) alla fine raggiunsero anche il lavoro di Piero Piero sulla Storia Militare del Risorgimento (P. Pieri, Storia Militare del Risorgimento, Torino 1962), per cui oggi per noi è difficile farci un’idea corretta di cosa fossero le forze armate del regno di Sardegna di quel periodo, quale le loro capacità operativa e la strategia globale di difesa dei territori continentali e insulari. Questa comunicazione, che sarà svolta principalmente presso gli archivi di Vienna, Berlino e Londra, vuole dimostrare quante esperienze e capacità siano state riversate in Piemonte da parte degli stati maggiori austriaco, inglese e prussiano per la ricostruzione militare del regno, basata su un’inedita strategia imperniata sul grande campo trincerato alpino dell’Esseillon-Exilles e sulla flotta protetta dal porto fortificato di Genova. Le nuove fortezze furono costruite basandosi sugli innovativi progetti della Neudeutschen Schule mentre le costruzioni navali vennero ispirate dalle coeve realizzazioni britanniche e statunitensi. Il piano strategico del 1815 venne rimesso in discussione solo a partire dal 1831 ed aggiornato da Carlo Alberto e dallo Stato Maggiore austriaco; fu abbandonata la difesa avanzata al di là delle Alpi per una maggiore profondità delle difese, nuove fortificazioni a cordone ed eserciti più poderosi a scapito dell’opzione navale sino allora perseguita. Saranno analizzati nel dettaglio i seguenti punti: - le dottrine di impiego e la strategia sarda dal 1740 al 1792 - l’esperienza della guerra delle Alpi 1792-1796; - il piano alleato austro-sardo-britannico per la difesa delle Alpi occidentali 1815-1839; - il campo trincerato dell’Esseillon-Exilles; - il porto di Genova, la flotta sarda e il ruolo della Mediterrean Fleet; - nuove strategie austriache per l’Italia 1830-1840.La storiografia militare italiana ha sempre lasciato in secondo piano il periodo che va dal 1815 al 1831 specie per quel che riguarda il regno di Sardegna. Gli eserciti e le marine di Vittorio Emanuele I e di Carlo Felice sono state considerate sempre come qualcosa di fortemente subordinato a ciò che venne dopo, ossia all’esercito di Carlo Alberto che, seppur con gravi errori nella condotta operativa e nella sua organizzazione, nel 1848 decise di scendere in campo contro l’impero austriaco. Le critiche avanzate da Ferdinando Pinelli (F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte in continuazione di quella del Saluzzo cioè dalla Pace di Aquisgrana fino ai dì nostri, Torino 1854) alla fine raggiunsero anche il lavoro di Piero Piero sulla Storia Militare del Risorgimento (P. Pieri, Storia Militare del Risorgimento, Torino 1962), per cui oggi per noi è difficile farci un’idea corretta di cosa fossero le forze armate del regno di Sardegna di quel periodo, quale le loro capacità operativa e la strategia globale di difesa dei territori continentali e insulari. Questa comunicazione, che sarà svolta principalmente presso gli archivi di Vienna, Berlino e Londra, vuole dimostrare quante esperienze e capacità siano state riversate in Piemonte da parte degli stati maggiori austriaco, inglese e prussiano per la ricostruzione militare del regno, basata su un’inedita strategia imperniata sul grande campo trincerato alpino dell’Esseillon-Exilles e sulla flotta protetta dal porto fortificato di Genova. Le nuove fortezze furono costruite basandosi sugli innovativi progetti della Neudeutschen Schule mentre le costruzioni navali vennero ispirate dalle coeve realizzazioni britanniche e statunitensi. Il piano strategico del 1815 venne rimesso in discussione solo a partire dal 1831 ed aggiornato da Carlo Alberto e dallo Stato Maggiore austriaco; fu abbandonata la difesa avanzata al di là delle Alpi per una maggiore profondità delle difese, nuove fortificazioni a cordone ed eserciti più poderosi a scapito dell’opzione navale sino allora perseguita. Saranno analizzati nel dettaglio i seguenti punti: - le dottrine di impiego e la strategia sarda dal 1740 al 1792 - l’esperienza della guerra delle Alpi 1792-1796; - il piano alleato austro-sardo-britannico per la difesa delle Alpi occidentali 1815-1839; - il campo trincerato dell’Esseillon-Exilles; - il porto di Genova, la flotta sarda e il ruolo della Mediterrean Fleet; - nuove strategie austriache per l’Italia 1830-1840.

 Informations

  • Ajouté par : Jeremie Grepilloux
  • Mis à jour le : 10 juillet 2014 00:00
  • Chaîne :
  • Type : Autres
  • Langue principale : Français

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