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La valle di Susa é stata definita come una « area di strada » variamente attraversata fin dall’epoca antica da percorsi che attraverso il Moncenisio ed il Monginevro consentivano il raggiungimento delle terre oltralpine. Ai piedi dei monti, l’antica città pre-romana di Susa costituiva una stazione di transito dalla quale si dipartiva la via verso la Savoia, attraverso la val Cenischia ed il Moncenisio, mentre verso l’alta valle della Dora si trovava la frontiera con il Delfinato e le terre del Brianzonese. Le comunità alpine commerciavano nelle fiere di pianura tessuti, beni alimentari, bestiami, mentre mercanti savoiardi e francesi si rifornivano in Piemonte di vino. L’antica città era dunque un centro di scambi tra pianura e montagna. Alcune gabelle, tra le quali il dacito di Susa, gravavano sulle merci transitanti nel territorio. Ma la città gioiva inoltre di franchigie che restringevano gli spazi del commercio forestiero, alimentando per contro episodi di contrabbando. Nel territorio esercitavano la loro influenza centri monastici di antica fondazione, detentori, nella prima età moderna, di forti interessi giurisdizionali e patrimoniali. Attraverso l’analisi dei traffici commerciali il contributo cercherà quindi di gettare luce sui rapporti tra pianura e montagna tenendo conto dei molteplici interessi, politici, economici e religiosi che nel Seicento si intrecciavano nel territorio. La valle di Susa é stata definita come una « area di strada » variamente attraversata fin dall’epoca antica da percorsi che attraverso il Moncenisio ed il Monginevro consentivano il raggiungimento delle terre oltralpine. Ai piedi dei monti, l’antica città pre-romana di Susa costituiva una stazione di transito dalla quale si dipartiva la via verso la Savoia, attraverso la val Cenischia ed il Moncenisio, mentre verso l’alta valle della Dora si trovava la frontiera con il Delfinato e le terre del Brianzonese. Le comunità alpine commerciavano nelle fiere di pianura tessuti, beni alimentari, bestiami, mentre mercanti savoiardi e francesi si rifornivano in Piemonte di vino. L’antica città era dunque un centro di scambi tra pianura e montagna. Alcune gabelle, tra le quali il dacito di Susa, gravavano sulle merci transitanti nel territorio. Ma la città gioiva inoltre di franchigie che restringevano gli spazi del commercio forestiero, alimentando per contro episodi di contrabbando. Nel territorio esercitavano la loro influenza centri monastici di antica fondazione, detentori, nella prima età moderna, di forti interessi giurisdizionali e patrimoniali. Attraverso l’analisi dei traffici commerciali il contributo cercherà quindi di gettare luce sui rapporti tra pianura e montagna tenendo conto dei molteplici interessi, politici, economici e religiosi che nel Seicento si intrecciavano nel territorio.
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